5,00€
Pinzetta per ottemperare al protocollo firmato da Governo e CEI in data 7 Maggio 2020
– Grazie a questa pinzetta il celebrante può offrire la particola ” senza venire a contatto con le mani dei fedeli “
– Prodotto in Italia
Mentre viviamo questa pestilenza del XXI secolo con crescenti preoccupazioni riguardo alla trasmissione di malattie attraverso le specie della Santa Comunione, è interessante esaminare le diverse forme di ricezione della santa comunione con gli utensili che la Chiesa latina ha impiegato nel corso dei secoli. Mentre il loro aspetto era dovuto agli scrupoli durante la manipolazione del Santissimo Sacramento e acquisivano un carattere cerimoniale, dimostrarono praticità per l’amministrazione della Santa Comunione ai fedeli durante i periodi di pestilenza o quando questi non erano in grado di consumare l’ostia.
Le pinze eucaristiche sono state inizialmente utilizzate per immergere particelle di Ostia nel calice. Mentre la loro origine è probabilmente antica, vediamo che diventa comune nella corte papale di Avignone durante il XIV secolo, probabilmente limitato alle celebrazioni più solenni. Fonti contemporanee, tra cui il Liber de Cæremoniis, le chiamano anche tenacula o furcheta e dichiarano chiaramente il loro uso eucaristico.
L’uso liturgico delle pinze non sembra essere passato a Roma dopo lo scisma d’Occidente, ma erano ancora usati per dare la Santa Comunione ai lebbrosi od appestati.
Peso | 1.0 kg |
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